Uscire col mio collega Gianni era una sicurezza. Non si tirava mai indietro davanti a nulla e non c’era niente che lo facesse star male o comunque vacillare. Potevamo andare sugli interventi più brutti e spiacevoli e lui interveniva con professionalità e perizia. Sangue, escrementi, piaghe purulente, niente lo toccava. L’ho visto personalmente, in un episodio, raccogliere i resti di un bruttissimo incidente dove era rimasta coinvolta una povera bambina, infilando tutto nei sacchi mortuari senza esitazione, con rispetto e dedizione. Molti altri avrebbero avuto seri problemi.
Beh, una cosa che però proprio non riusciva a sopportare c’era…… il vomito. Sembra pazzesco, dato ciò di molto peggiore che ci capitava di incontrare, ma era così. Sono stato testimone più di una volta di questo suo disagio, culminate in un paio di situazioni in una sua corsa in qualche angolo a rimettere lui stesso!
Quel giorno di parecchi anni fa, quando ancora si usciva solo in due, eravamo di turno insieme.
Ci chiamarono nel tardo pomeriggio per un incidente stradale sulla provinciale, un’auto non aveva rispettato lo stop ed era stata urtata lateralmente da un’altra. Nessun ferito grave, comunque.
Arrivati sul luogo, le due auto erano ferme a circa 5 metri l’una dall’altra. Gianni si avviò verso una delle due e io verso l’altra.
Trovai la signora ancora seduta al posto di guida, più sotto choc che veramente ferita, in quello che era un vero mare di vomito! Ce n’era tanto, troppo, dappertutto: sulla seduta dei sedili, su tutti i tappetini sia davanti che dietro, sul braccio destro della donna e sul retro degli schienali dei sedili anteriori.
La signora in questione era di corporatura normale, sui 55 anni e non sembrava potesse aver combinato una tale apocalisse. E poi la posizione di tutta quella schifezza era veramente strana!
Mi feci coraggio ed aprii la portiera. Controllai la pressione della signora ancora esterrefatto per lo stato interno della macchina. Ma soprattutto, c’era qualcosa che non mi “quadrava”: l’odore. Non c’era la puzza acre che ci si sarebbe aspettata, anzi. Mi stupii mentre pensavo tra me e me: “Boh, sembra quasi… quasi… un buon odore di cucina, di ristorante….”
La signora finalmente parlò: “Oh Signore, Signore, che disastro! Stavo portando la pasta al forno a mia figlia….Sa, stasera hanno una festa e la stavo aiutando a cucinare! Tutto il mio lavoro sprecato! Oh Signore, ora cosa servirà agli ospiti come primo? ”
Solo allora notai le tre grosse teglie riverse in quel lago di poltiglia rosa…. Ma certo! Altro che vomito, erano maccheroni, pomodoro e besciamella che avevo visto sparsi dappertutto! Così, d’istinto, mi portai alla bocca un dito guantato sporco di sugo: “Complimenti signora!” dissi, un po’ anche per confortare la mia affranta paziente “è proprio ottima!” E così facendo presi un’altra ditata con tanto di maccherone dalla teglia. Dopotutto era quasi ora di cena e il mio stomaco stava cominciando a farsi sentire…
In tutto ciò, non avevo notato Gianni che si era avvicinato ed era restato impietrito alla vista di ciò che, come avevo fatto io all’inizio, pensava fosse ciò che più schifava, in quantità industriale per giunta! Stava già facendo appello a tutta la sua forza di volontà per non stare male ma, quando mi vide portarmi alle labbra e gustare estasiato ciò che avevo sui guanti, non ce la fece proprio più!
Lo vidi dapprima diventare bianco, poi verde e infine correre al ciglio della strada a produrre l’unico vero vomito di quell’intervento!
“Ma no, Gianni, non è quello che pensi! Provala pure tu, è BUONISSIMA!” Cercai di dirgli, ottenendo solo l’effetto opposto. Più parlavo e più stava male. A quel punto fui preso da una tale ridarella che a stento sentivo gli insulti che Gianni mi lanciava tra un conato e l’altro!
Grazie a Dio sia la signora che l’altro autista stavano bene e non ebbero bisogno del nostro trasporto, in quanto il vero indisposto a quel punto era il mio collega!
Ridacchiavo ancora sotto i baffi mentre tornavamo in sede: avevo fatto una fatica bestiale a convincere Gianni a vedere coi suoi occhi (e sentire col suo naso) l’interno dell’auto e che non ero diventato un animale mangia-schifezze!
Il ricordo della sua faccia mi fa ridere ancora oggi, ad anni di distanza. E ogni tanto, ricordando l’episodio, mi insulta ancora!
Spero solo che al lavaggio auto dove la nostra autista-cuoca avrà portato a ripulire tappetini e sedili, l’addetto sia più forte di stomaco del povero Gianni!
(Daniele – Istruttore -autista caposervizio soccorritore)
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